Con l’odg Lacorazza, approvato in Consiglio, si impegna la Giunta a rappresentare in sede di Conferenza Stato-Regioni la contrarietà ai criteri di classificazione dei comuni montani adottati dal Governo.
Approvato nel corso della seduta del Consiglio regionale, tenutasi ieri, l’ordine del giorno a firma Lacorazza – Richiesta revisione nuovi criteri di classificazione di comuni montani adottati dal Governo (Legge n.131/2025) – che impegna la Giunta regionale a: rappresentare formalmente, in sede di Conferenza Stato-Regioni e di Conferenza unificata, la contrarietà della Regione Basilicata all’adozione di criteri di classificazione dei Comuni montani fondati in modo prevalente o esclusivo sul parametro altimetrico e sulla pendenza; a chiedere al Governo il superamento del criterio altimetrico quale parametro determinante, promuovendo l’adozione di un approccio integrato che tenga conto delle condizioni demografiche, economiche, sociali, infrastrutturali e di accessibilità dei territori, con particolare attenzione alle aree appenniniche; a promuovere, anche in raccordo con le altre Regioni interessate, un’iniziativa comune volta a evitare il declassamento automatico dei Comuni appenninici e a scongiurare effetti irreversibili di spopolamento e indebolimento del presidio territoriale; a farsi promotrice, in sede di Conferenza Stato-Regioni e nei confronti del Governo, di una richiesta formale di revisione complessiva della legge 12 settembre 2025, n. 131, volta non solo a modificarne l’impianto normativo in materia di classificazione dei Comuni montani, superando il ricorso a criteri prevalentemente altimetrici, ma anche a prevedere un rafforzamento progressivo e incrementale delle risorse finanziarie e delle misure di sostegno destinate ai territori montani e appenninici, coerente con le effettive condizioni di fragilità, marginalità e svantaggio strutturale; a riferire al Consiglio regionale sugli esiti delle interlocuzioni con il Governo e sulle determinazioni assunte in sede di Conferenza Stato-Regioni in merito ai criteri di classificazione dei Comuni montani.
La legge nazionale sulla montagna, si riporta in premessa all’atto, in fase di attuazione rischia di classificare i Comuni montani basandosi quasi esclusivamente sull’altitudine del centro abitato, privilegiando i territori alpini e penalizzando quelli appenninici, come molti Comuni lucani, pur caratterizzati da forte fragilità sociale, economica e demografica. Non vengono adeguatamente considerati isolamento, accessibilità, densità abitativa, servizi, condizioni economiche e identità storica dei territori. Si chiede quindi un approccio più equo e integrato, basato su criteri oggettivi e indicatori compositi come l’Indice di Fragilità Comunale ISTAT, per rappresentare correttamente le reali condizioni di svantaggio e orientare in modo giusto le risorse.
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